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“Sarà possibile per le generazioni future intraprendere la via della salvazione se ci sarà la fatica della memoria, se i sommersi non saranno abbandonati nell’abisso dell’oblio complice e colpevole.” Così diceva Primo levi ed è quello che stamattina, 20 febbraio 2020 è accaduto nell’auditorium dell’IISS R. Lotti Umberto I dove, gli studenti del triennio del Tecnico per il Turismo e del Professionale per i Servizi Commerciali, hanno incontrato il prof Tarantino e la prof.ssa Borrini, testimoni di quanto accaduto dopo l’8 settembre 1943 in Italia. Un periodo della storia italiana nero e insanguinato e ancora tutto da studiare e percorrere.
I due testimoni hanno aperto ‘L’armadio della vergogna’, termine coniato per indicare l’archivio trovato dal magistrato Antonino Intesiliano nello scantinato della Procura militare di Roma nel 1994, contenente 695 fascicoli con i nomi dei carnefici, i nomi delle vittime, le testimonianze raccolte dalle truppe di liberazione degli eccidi compiuti in Italia dopo l’8 settembre del 1943.Archivio insabbiato nel 1960 dalla stessa Procura.
Il preside Tarantino, autore del libro “Novecinquesei”, dopo una precisa ricostruzione storica di quanto accaduto in Italia dall’armistizio di Cassibile fino al ‘45. ha raccontato la storia di suo nonno, Francesco Grasso, ufficiale dell’esercito italiano che ha pagato con 22 mesi di atroce prigionia il suo dissenso al regime e il rifiuto di aderire alla Repubblica Sociale Italiana. L’emozionante cortometraggio nato dalle pagine del diario del nonno, scuote la coscienza e suona come un monito a non dimenticare.
La prof.ssa Borrini ci ha riportato con grande partecipazione emotiva ciò che i suoi occhi di bambina hanno visto accadere sulla linea gotica all’indomani dell’armistizio. Attraverso il racconto dei massacri compiuti dai nazifascisti contro donne e bambini avvenuti a poca distanza dal luogo in cui si era rifugiata, della fame, dei continui bombardamenti, della perdita di tutto ciò che aveva, del senso di precarietà, dell’atmosfera di morte in cui viveva, la testimone ci ha invitato apprezzare e difendere ciò che abbiamo attraverso lo sviluppo e la promozione di una cultura di pace che allontani lo spettro della guerra.